martedì 2 ottobre 2007

Antonio Martino risponde


Con Antonio Martino, Ministro degli Affari Esteri nel primo Governo Berlusconi e Ministro della Difesa nel secondo e terzo Governo Berlusconi, discutiamo di tasse e di riforma fiscale.


A.DiCarlo - Professor Martino, la flat tax può essere una delle ricette da adottare per far ripartire l'economia italiana?

Martino - Assolutamente sì, perchè adottare un sistema basato su un'unica aliquota - oltre all'enorme vantaggio che ha in termini di semplificazione dell'ordinamento tributario - ha anche quello di scoraggiare le spese legate a trovare modi legali per eludere il fisco, quindi a scoraggiare l'elusione e l'erosione, nonché ad incoraggiare la produzione di reddito, l'investimento, il risparmio, il lavoro che restaura gli incentivi di mercato. Mettetevi nei panni di un contribuente che ha una aliquota marginale del 50%: se produce un milione gli resta 500.000, mentre se elude un milione gli resta un milione, quindi per lui eludere vale il doppio che produrre e dedicherà il doppio degli sforzi ad eludere anziché a produrre. Se noi abbassiamo l'aliquota, e ne adottiamo una sola al 20%, si pone fine a questo circolo vizioso.


A.DiCarlo - Come si riesce a rendere compatibile la tassa piatta con il principio di progressività?

Martino - La progressività - su cui la nostra Costituzione fonda il sistema tributario - può essere realizzata sia con un sistema a pluralità di aliquote che vanno via via salendo, come quello attualmente in vigore, che con una unica aliquota, poiché, grazie ad una fascia di reddito esente ed al meccanismo delle detrazioni ed esenzioni, il sistema resta progressivo.


A.DiCarlo - Ha qualche rimpianto per l'esperienza dell'ultimo governo Berlusconi, per non aver sufficientemente affrontato la materia fiscale?

Martino - Devo dire - pur non essendo quello tributario il settore di mia compentenza nello scorso esecutivo - che avrei preferito maggior coraggio in materia fiscale. Devo però dire per obiettività che non è stata responsabilità di Berlusconi, non è stata responsabilità di Forza Italia. Berlusconi voleva realizzare riforme molto più coraggiose ma sono stati i nostri alleati che si sono opposti. Purtroppo abbiamo ancora molta strada da fare per far capire alla gente che se vogliamo davvero far pagare le tasse ai ricchi le aliquote alte devono diminuire, poiché se restano alte non le paga nessuno. D'altronde, queste maledette aliquote alte non è che fruttino poivtanto visto che il gettito di tutte le imposte dirette in Italia rappresenta meno del 10% del PIL. Dunque, questo sistema nominalmente e ferocemente progressivo, di fatto, non frutta niente poiché, i contribuenti ricchi riescono regolarmente ad evitare la tassazione.


di Alessio di Carlo

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